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I CONTI BIANCONERI

Juventus, l'esonero di Thiago Motta costa caro ai conti bianconeri: spesa extra, cessioni per evitare la ricapitalizzazione

La spesa extra rischia di complicare i piani bianconeri che avevano l'obiettivo di chiudere il bilancio con perdite massime di 32 milioni

25 Mar 2025 - 10:55

L'esonero di Thiago Motta rischia di essere un fallimento in lungo e in largo per la Juventus. Un fallimento tecnico, in primis, col progetto affidato al mister italo-brasiliano naufragato dopo appena nove mesi, ma soprattutto un macigno per i conti bianconeri che dovranno correre ai ripari per evitare la ricapitalizzazione da parte di Exor. Sì, perché il ben servito all'allenatore ex Bologna costerà quasi 15 milioni, soldi che peseranno e non poco sulle perdite d'esercizio 2024-2025 che la Vecchia Signora voleva contenere al di sotto dei 32 milioni per raggiungere la tanto ambiti autosufficienza imposta da Exor per arrivare all'utile entro la stagione 2026-2027. Ma l'addio al tecnico, con i relativi stipendi da pagare anche allo staff, complica la vita alla Juventus che deve rivedere i piani per giugno tra cessioni e scelte oculate per l'allenatore che verrà per evitare di dover chiedere nuovamente una ricapitalizzazione.

L'addio a Motta, infatti, rischia di mettere in salita il progetto per il futuro della società bianconera. Tutto, infatti, ruota attorno al peso dello stipendio dell'allenatore che a giugno 2024 aveva firmato un triennale fino al 2027 da 3,5 milioni netti a stagione. Come riferito da La Gazzetta dello Sport, infatti, dopo l'ultimo aumento di capitale da 200 milioni avvenuto proprio lo scorso anno per mano di Exor, la holding aveva chiesto l'autosufficienza alla Vecchia Signora per arrivare all'utile entro le prossime due stagioni, con la società bianconera che aveva "trovato il modo" di rigare dritto mettendosi dei paletti sulle perdite. Per l'esercizio 2024-2025, per esempio, l'asticella era stata imposta a 32 milioni che, senza l'esonero di Motta, poteva essere raggiunta.

Ma il cambio ora rischia di mandare tutto in fumo. In discussione non c'è di certo il progetto di risanamento nel medio termine. Quella dell'esonero di Motta è infatti una spesa “una tantum” che non va a incrementare il costo annuo della squadra, a meno che la Juve non decida l’anno prossimo di affidarsi a un tecnico che costerà di più dell'italo-brasiliano.

Al 30 giugno 2024, assorbendo gli apporti di equity e il deficit 2023-2024 di 199 milioni, il patrimonio netto era pari a 42 milioni, con il capitale sociale a quota 15 milioni. Di conseguenza, al 30 giugno prossimo la perdita non potrà erodere più di un terzo del capitale sociale (quindi 5 milioni) con l'obiettivo quindi evitare un’ulteriore ricapitalizzazione. Facendo i conti in tasca ai bianconeri, l'attuale bilancio tiene conto del ritorno in Champions (almeno 65 milioni di premi Uefa), la partecipazione al Mondiale (18-20 milioni), proventi dallo Stadium (circa 67 milioni) e 14 milioni di plusvalenze dai riscatti di Rovella e Pellegrini dalla Lazio. Il taglio di 25-30 milioni tra stipendi e ammortamenti farebbe quindi chiudere con un +150 milioni. Nei piani della società, per contenere le perdite entro i 32 milioni stabiliti, c'era quindi il progetto di sfruttare la finestra di mercato di giugno per mettere a posto i conti.

Ma l'esonero complica le cose, con i 14-15 milioni extra da considerare e lo spauracchio della mancata qualificazione in Champions all'orizzonte. Insomma, le cessioni di contorno potrebbero non bastare per evitare la ricapitalizzazione da parte di Exor che ha una fetta predominante del cuore in tinte bianconere, ma che deve ascoltare anche l'altra sponda, quella degli azionisti. E allora servirà ragionare e andare oltre ai progetti di rinnovamento, perché la presenza fissa in Europa (quella che conta) è imprescindibile per la Vecchia Signora che dovrà anche trovare un modo per accordarsi con Motta per la risoluzione del contratto. Un passo piccolo, ma importante, per cercare di subire quanto meno possibile il peso dell'errore commesso, perché con l'accordo per risolvere il contratto gli importi non pagati al tecnico (e al suo staff) tornerebbero come sopravvivenza attiva nel prossimo bilancio.

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